La letteratura è vita

Quando si parla di letteratura, forse non si può cogliere l’esatta percezione del fenomeno, perché le sue origini, che s’affondano nella profondità del tempo, fanno sì che tutto sia poliedrico, immenso. Un universo che per grandezza eguaglia quello cosmico perché tende all’infinito.

Ed è un universo in continua evoluzione, che ha seguito le trasformazioni dalle lingue e che viaggia in parallelo con quella cultura orale tramandata da una generazione all’altra arrivata fino a noi.

Non si può negare che la scrittura e l’oralità siano sempre state contemporanee e legate fra loro, perché il sistema di codificare il messaggio orale risale per lo meno dai Sumeri. Ed è grazie ai documenti, giunti fino a noi, che è stato possibile scoprire e conoscere le antiche civiltà e la loro cultura.

Nel mondo occidentale, è senza ombra di dubbio la civiltà greca quella che ha influito di più sulla cultura occidentale. E Omero recitò i suoi poemi oralmente, fino a quando poi furono trascritti. Questo gigante, grande padre indiscusso e venerato nei secoli, del quale si hanno vaghe notizie sulla sua vita a tal punto da avere dubbi sulla sua stessa esistenza, ha lasciato ai posteri opere immortali, dalle quali non solo è stata tratta ispirazione per altrettante opere immortali nel corso dei secoli, ma da quel greco antico sono derivate in parte talune lingue moderne, come l’italiano.

Successivamente fu la latinità, d’indubbia influenza greca, a fondare i pilastri linguistici e culturali dell’occidente giunti fino a noi, filtrata nel periodo medievale, senza i quali nulla di ciò che diciamo e leggiamo potrebbe esistere.

Certo, è un discorso complesso che non si può compendiare in queste poche righe. Ma il risultato è stato uno: la letteratura. Uno scibile umano dalle nobili origini rinnovatosi nel tempo, nel corso del quale ogni epoca. La letteratura in prosa e poesia fu conosciuta fino al XVIII secolo con l'”eloquenza” (la lettura in pubblico delle opere scritte), poi abbandonata con la diffusione dell’editoria, mentre il teatro (che ha nella tragedia e nella commedia i sui pilastri fondamentali) è giunto trionfale  fino ai nostri giorni.

Così la letteratura è arrivata ai nostri giorni, imponendosi sempre nel vasto panorama culturale, perché è la magia delle parole, che scaturisce dalla creatività dell’autore, scrittore, poeta o drammaturgo che sia, e che continua a stupire, arricchendosi senza mai fermarsi.

Forse è proprio grazie alla letteratura che l’uomo ha raggiunto quel desiderio d’immortalità. Come non pensare che Dante sia vivo fra noi quanto leggiamo un canto della Divina Commedia? La sua voce continua ad echeggiare ovunque, perché la letteratura è voce. Una voce che ha sconfitto il freddo silenzio della morte tanto temuta dall’uomo. E questa immortalità rende peculiare una delle più grandi manifestazioni umane che è la letteratura. Non ci sarà catastrofe che annienterà le lettere qualcuno ha detto ed aveva ragione: i cataclismi della storia, in cui l’uomo stesso sembrava si annientasse, non sono riusciti ad uccidere la letteratura.

La letteratura è vita e parla della stessa vita dell’uomo, con le sue fragilità, le sue paure, le sue speranze, le sue verità e i suoi misteri. Con la letteratura l’uomo si riattualizza e corre verso l’infinito.

Ciò che si scrive oggi continuerà a vivere un domani, vivrà per sempre.

(Giovanni Margarone, 2019)

2 risposte a "La letteratura è vita"

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