RECENSIONE DI E ASCOLTAI SOLO ME STESSO a cura di Mara Marinucci

Ultima copertina da spedireMara Marinucci, del “Blog Romance a altri rimedi”, ha scritto questa bellissima recensione del mio romanzo “E ascoltai solo me stesso”.

Grazie vivamente a Mara Marinucci,

per leggere la recensione cliccare qui:
RECENSIONE DI MARA MARINUCCI

Trascrivo qui la recensione:

Recensione di Mara

Una delle ragioni per cui sono davvero contenta di aver deciso anni fa di diventare una blogger è la maggiore possibilità di incontrare nuove persone e di conoscere nuove voci. Anche se come tutti i lettori appassionati ho le mie preferenze amo molto uscire dalla mia zona di comfort. Essere dei veri lettori secondo me significa anche avere elasticità mentale e voglia e curiosità di conoscere qualcosa di nuovo, inoltre non si sa mai quali siano le sorprese nascoste tra le pagine di un libro!

Quest’anno non è stato semplice per nessuno e tra le varie cose ho avuto anche una certa difficoltà in alcuni periodi nel concentrarmi nella lettura. Tutto mi dava una sensazione di “già visto” e facevo davvero fatica a immedesimarmi nei personaggi. Quando mi è stato proposto in lettura E ascoltai solo me stesso di Giovanni Margarone non sapevo bene cosa aspettarmi. Non conoscevo l’autore e non avevo ancora avuto il piacere di leggere qualcosa di suo prima d’ora ma qualcosa della trama mi ha incuriosito e ha fatto scattare in me la voglia di leggerlo e così, approfittando di qualche giornata di riposo tra le fresche Dolomiti, mi sono lasciata trasportare dalla penna di Margarone e in pochi istanti il mondo che mi circondava con tutte le sue preoccupazioni mi è parso più ovattato.

In pochi istanti mi sono ritrovata immersa nelle atmosfere di Arles, una cittadina della Camargue e in pochi istanti la mia mente è stata invasa dai luci e dai colori di quei luoghi che ho avuto la fortuna di vedere qualche anno fa e che l’autore ha saputo valorizzare in modo egregio. La vita ad Arles, però, è meno semplice e idilliaca di quello che si potrebbe pensare. Lo sa bene il giovane Jacques, un ragazzo dalla personalità complessa e ricca di dubbi e contraddizioni, che ogni giorno deve scontrarsi con la mentalità ristretta, ottusa e piena di pregiudizi della comunità del posto.

Era la vita di quel paese, ma forse di tutti i paesi più o meno piccoli, dove la noia, specialmente invernale, che si viveva in quei luoghi induceva la gente a ingannare il tempo sparlando degli altri.

Crescere in questo ambiente non è certo semplice e il rischio è di sentirsi un po’ “in trappola”. L’incontro con Michel, un anziano agricoltore di origine spagnola, cambierà molto la sua vita. Michel è una figura davvero interessante che ha stuzzicato il mio interesse e la mia curiosità fin dal primo momento. È un uomo riservato che vive a stretto contatto con la natura e gli animali e che non ama molto interagire con le persone del posto. Ha alle spalle numerose esperienze più o meno drammatiche ed è attraverso la sua testimonianza che riviviamo una delle pagine più drammatiche della storia spagnola: la dittatura franchista.

Michel Dubois viveva in una piccola casa sulle rive del PetitRhône, in Camargue, non lontano da Saintes-Maries-de-la-Mer. Era un uomo rude, di poche parole e trascorreva le giornate a lavorare nei suoi campi e a curare i suoi cavalli bianchi. Era molto geloso dei suoi cavalli, li chiamava per nome, ne aveva tre. Erano bellissimi. Non avrebbe scambiato l’amore per nessuna donna al posto dei suoi cavalli. Dubois odiava le donne e, in generale in apparenza, l’intero genere umano, almeno così dicevano in paese.

E ascoltai solo me è un romanzo dal grande respiro e di grande spessore. La trama del romanzo in apparenza lineare colpisce nel profondo l’anima del lettore che viene coinvolto sin da subito nella vicenda. Questo libro ci regala l’occasione per approfondire il periodo franchista in spagna, un’epoca che ammetto di conoscere ancora in modo un po’ fumoso, ed è un vero e proprio viaggio psicologico. Il punto di forza di questo libro è senza dubbio l’introspezione e attraverso ricordi e pensieri seguiamo il difficile percorso di Jacques verso l’età adulta.

Vivevo nel mio piccolo mondo anche se, come ho detto, da quel paese, da grande avrei voluto fuggire. Sicuramente, nella dimensione di uomo adulto, poco mi vedevo a fare la vita di mio padre o di altri che passavano la loro esistenza a lavorare, dormire e mangiare in quel posto.

La prosa di questa storia così elegante e scorrevole hanno reso piacevole la lettura e mi sono ritrovata all’ultima pagina senza quasi rendermene conto.

Conoscere nuovi autori è sempre un’esperienza piacevole e sono davvero contenta di aver letto questo romanzo. Questa è la classica storia che si presta a numerose chiavi di lettura e ogni lettore avrà probabilmente un’interpretazione diversa. Lo consiglio a chi ama le storie profonde e vuole conoscere meglio la penna di Giovanni Margarone.


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