RECENSIONE DI “Note fragili”
a cura della scrittrice Carla Magnani che ringrazio pubblicamente.
Se è vero che colui che scrive mette sempre nella scrittura un po’ di sé, come non riconoscere in Francesco, il personaggio principale del romanzo ‘Note fragili’, tratti del suo autore.
La passione per la musica, per la buona letteratura, per la vita tesa a realizzare se stessi nell’arte e nei rapporti con gli altri sono presenza costante in ogni pagina. Come spesso accade non sempre questi elementi garantiscono la felicità, così il giovane Francesco si trova a fare i conti in famiglia con l’atteggiamento ostile del padre che non approva la sua totale dedizione allo studio del pianoforte. Ha il pieno appoggio della madre, insufficiente comunque a tacitare le sue inquietudini. Né andrà meglio con l’amore non ricambiato verso Sandra, causa involontaria di un drammatico incidente di cui lui sarà vittima.
Grazie all’amicizia con Michele, maestro di pianoforte e convinto estimatore delle doti artistiche di Francesco, quest’ultimo lascerà il borgo ligure affacciato sul mare per recarsi nel sud della Francia e poi a Parigi dove l’attenderanno importanti concerti. Sarà un susseguirsi di eventi accompagnati da altrettante emozioni. La conoscenza con Philippe, l’affetto tra i due in un rapporto quasi padre-figlio, il dolore per la morte di Michele e l’amore salvifico con la violinista croata Ana diventeranno parti essenziali della sua vita e formazione.
L’autore si affida a una scrittura che ci riporta ai classici della letteratura non solo italiana, dove troviamo attenzione per ogni singola parola e un uso voluto di termini ricercati in uno stile che lo contraddistingue da molta della produzione letteraria odierna. La descrizione degli ambienti, sia chiusi che aperti sullo spazio circostante, ben si adatta ai vari stati d’animo che vanno da sensazioni di abbandono e claustrofobiche, a rinnovate energie in cerca di un definitivo equilibrio personale.
Carla Magnani
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