E’ con infinito piacere che pubblico questa recensione scritta riguardo al romanzo della collega e amica Carla Magnani.
RECENSIONE DEL ROMANZO “L’OMBRA DEL VERO” di Carla Magnani, Le mezzelane Casa Editrice.
A cura di Giovanni Margarone
La paura, questo sentimento che ineluttabilmente condiziona l’essere umano, è uno dei temi principali di questo romanzo. E Anastasia, la protagonista, ha paura. La paura del divenire, quello scorrere senza fine nella realtà proiettata verso un futuro incerto e misterioso. Ed è proprio questo futuro che fa piombare Anastasia nell’angoscia più cupa, che stride con la sua felicità solo apparente, conducendola ad una scelta radicale, terribile, come può essere quella del suicidio. Una decisione che ritiene sia definitiva, irrinunciabile, frutto di quella profonda insoddisfazione che prova riguardo alla sua “immeritata” esistenza e di quella paura che ha per il futuro.
Eppure la vita ad Anastasia ha donato tanto: una famiglia, una carriera brillante, agiatezza economica, l’amore. Ma, forse, non tutto. Il “tutto” è un concetto troppo universale per lei, le sfugge. Allora scava nella sua vita, analizza se stessa, si giudica. Il risultato di quest’opera finemente introspettiva la porta sempre là: alla sua inadeguatezza, che la fa convincere del bilancio fallimentare della sua vita, in cui è stata sempre costretta a indossare una maschera, e lei odia l’ipocrisia. Si convince di non meritarsi la sua vita, perché quel “tanto” che non è “tutto” per lei è “troppo”.
La verità è l’altro grande tema che intitola, tra l’altro, il romanzo.
Dopo il fallito tentativo di suicidio, Anastasia versa in un coma profondo che non le impedisce, tuttavia, di percepire la realtà che la circonda. Nessuno sa che lei sente. Tutti la credono insensibile ed è per questo che chiunque andrà al suo capezzale, in quella fredda camera di terapia intensiva dell’ospedale, le parlerà senza reticenza.
In quella sorta di confessionale, si alternano il padre, la madre, il marito, i figli, l’amica del cuore, la sorella e altri. E di taluni scoprirà verità anche sconcertanti. Ed è per quest’ultime che Anastasia spera di addormentarsi per sempre e non gradisce che qualcuno si prodighi per salvarla.
E sebbene lei sia in coma, continua a provare emozioni vive che la sfiancano perché non può mostrare le lacrime o accennare un sorriso, perché il suo corpo le è estraneo.
Quando è sola, Anastasia continua a pensare e s’inventa una sorta di vocabolario riguardante le parole per lei più importanti, forse quelle che più l’hanno seguita in tutta la sua vita. È un lavoro fortemente introspettivo il suo, la prosecuzione di quelle riflessioni che l’hanno portata alla sua terribile scelta.
Introspezione, psicologia, filosofia si trovano nel romanzo. La protagonista narra mettendosi a nudo come se fosse lei stessa in un confessionale. I suoi ricordi, i suoi pensieri, la sua angoscia scorrono davanti agli occhi del lettore.
Un romanzo che lascia dentro qualcosa di prezioso e profondo già alle prime pagine, perché l’autrice ha una cifra letteraria brillante e trascinatrice e mai banale.
E il finale sarà sorprendente, inaspettato. Arriverà all’improvviso, netto.
Sarà a quel punto che Anastasia trarrà le conclusioni riguardo al suo suicidio fallito, un epilogo che dà il senso completo a tutto il romanzo, grazie alla raffinata tecnica letteraria adottata dall’autrice Carla Magnani.
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