DA BOZZA NUOVO ROMANZO

          La sera mi coricai nel mio letto. Ero solo in quel silenzio religioso rotto solo dal canto dei grilli proveniente dalla campagna. C’era la luna piena che illuminava tutto, pure la mia camera. Non dovevo alzarmi a un’ora dalla mezzanotte, potevo abbandonarmi ai sogni. Avevo la mente piena di colori: tutto ciò che avevo visto fino ad allora e mi rendevo conto che il vedere, più che sentire, costruisce i ricordi e mi chiedevo cosa provasse un cieco che non poteva ricordare le immagini della sua vita, ma solo cercare di udire suoni e voci lontane.

           Il giorno dopo, volli andare a fare una passeggiata. Era una giornata bellissima, il sole emanava i suoi raggi potenti sin dal primo mattino. Mio padre era andato nei campi all’alba, come sempre. Io avevo dormito così profondamente come se il mio corpo volesse concedersi una meritata pausa. L’aria era calda, non c’era un alito di vento. Gli alberi erano immobili, protesi verso il cielo, rifugio dei mille passeri che popolavano il bosco. Attraversai il campo di mais con le pannocchie ormai mature e mi diressi verso il fiume passando per il bosco. Respiravo quell’aria sana così diversa da quella di Zagabria. Il sole mi bruciava la faccia e, dopo in po’, iniziai a sudare. Ripercorrevo quei sentieri come facevo da bambino, ogni tanto inciampavo. Mi ero abituato ai lisci selciati della città e ora dovevo di nuovo imparare a posare i piedi sulla terra battuta di quei sentieri talvolta impervi. Mi sentivo la forza di scalare una montagna, ero ancora giovane e vigoroso.

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